And the Stars Above. Il futuro degli Armonite tra il rock e il cinema.
Definire gli ARMONITE un semplice collettivo musicale risulta alquanto riduttivo in seguito all’ascolto, anche solo accennato, dei loro brani. Il duo formato da Jacopo Bigi e Paolo Fosso vanta un vocabolario musicale davvero vastissimo, in grado di rispecchiare le loro personalità, nonché un’elevata propensione alla sperimentazione ed al mixaggio di diversi generi: essi rappresentano il felice matrimonio tra la musica classica e quella più moderna e progressiva, la fusione tra il rock e le sue mille sfumature, senza lasciar da parte quel pizzico di pop che non guasta mai.
Impegnati principalmente nella produzione di rock strumentale per violino elettrico (Jacopo Bigi) al posto di voce e chitarra, tastiera (Paolo Fosso), basso e batteria, si affacciano alla collaborazione con la californiana Cleopatra Records, specializzata in heavy/hair metal, hard rock e gothic rock.
Quest’ultima divenne virale nei primi anni Novanta attraverso compilation, ristampe, ma soprattutto tribute-album di alcune grandi band, quali The Cure e New Order. È stata, in effetti, la sottoetichetta Purple Pyramid a rispondere con entusiasmo alle proposte musicali degli ARMONITE, i quali hanno trovato terreno fertile su cui lasciar sbocciare le proprie idee.
Alla base del loro successo non vi è solo l’enorme carico di originalità, ma anche, e soprattutto, una conoscenza musicale approfondita, le cui radici sono proprio classicheggianti. Partecipare ad un loro tour assicura un’esperienza introspettiva ed irripetibile mediante cover e colonne sonore in chiave violin-rock.
Avete spesso ribadito quanto vi risulti semplice la comunicazione musicale rispetto a quella tradizionale e di avere molto a cuore un concetto di musica per il quale essa vada amata profondamente e supportata, seguita tanto tramite il web e i social quanto dal vivo. A tal proposito, in che modo amate stupire il vostro pubblico durante esibizioni e concerti?
Paolo Fosso: I nostri concerti sono un misto di brani originali tratti dai nostri album e cover di colonne sonore in chiave “violin rock”: Il Trono di Spade, I Pirati dei Caraibi, Harry Potter, L’Esorcista, Suspiria, Skyrim, Final Fantasy, Halo, Metal Gear Solid, The Witcher, e molti altri.
Questa carismatica band esordisce nel 2015: il loro primo disco viene masterizzato agli Abbey Road Studios di Londra, si intitola “The Sun is New each Day” e permette al duo di collaborare con Paul Reeve per la sua produzione. Viene suonato all’Expo di Milano in occasione della conferenza “The Water Rooms”, organizzata dall’UNESCO, e in un tour che comprenderà Svizzera e UK. Lo stesso Fosso lo definirà più aggressivo e compatto in confronto al prodotto successivo.
Non parleremo di “scelte musicali” perché sappiamo che, in qualche modo, rinnegate quest’idea. Piuttosto, con quali propositi avete intrapreso la strada della sperimentazione? Credete che il pubblico odierno possa apprezzare un prodotto musicale intenso e variegato come il vostro?
Paolo Fosso: Noi cerchiamo di parlare a tutti; anzi, a livello compositivo, ragiono constantemente sulle strutture dei brani perché abbiano un senso immediato. La varietà fa parte del nostro bagaglio culturale ed è la chiave per interessare l’ascoltatore, che oggi spazia su più fronti senza gli integralismi di qualche anno fa. Non sono certo si possa parlare di veri sperimentalismi, ma certamente curiamo il sound nel modo più originale possibile.
Le novità di quest’album riguardano solo la più ampia sperimentazione musicale o è cambiato qualcosa anche in senso più profondo?
Paolo Fosso: L’approfondimento è una dimensione che mi appartiene intimamente: amo cercare significati nascosti, il “bello” dietro alle cose che appaiono. Tutto quel che appare non ci eleva, tutto quel che ci eleva non appare; risiede in fondo e va scoperto. Rispetto all’album precedente, “And the Stars above” subisce un po’ questo processo, che via via si raffina nel tempo.
Stiamo parlando di And the Stars above, un’opera interamente strumentale uscita il 25 Maggio 2018 per la Cleopatra Records di Los Angeles e si presenta come un viaggio musicale, composto da 12 tracce; da “The March of the Stars” fino a “Ghosts”. “È vario, con atmosfere e generi diversi”, afferma lo stesso Fosso. È mix davvero originale, di cui si scorgono le radici classiche e la ribellione sonora.
In quali dettagli gli ascoltatori del vostro primo successo possono ritrovare quella compattezza, o quell’aggressività, del passato?
Raccontateci come nasce And the Stars above … cosa vi ha ispirato maggiormente?
Paolo Fosso: La vita e la gente offrono un ampio campionario da cui trarre spunto. Mi ispiro anche alle mie passioni: il cinema, la tecnologia, i videogiochi, i libri, i viaggi… Quando leggi un libro o guardi un film, sei investito da una tale quantità di idee da sviluppare che si susseguono come in una sorta di effetto domino. La mia musica nasce da un’idea di movimento che passa attraverso l’immaginazione: scene di vita, storie, traumi, paure, passioni che scaturiscono da una sequenza di immagini.
Su Youtube è possibile visionare i video di due brani del disco, rispettivamente By Heart e Freaks; ci dite qualcosa in più?
Paolo Fosso: ‘By heart’ è stata coreografata e interpretata dalla bravissima Cristina De Rosa. Nasce da un virelai medievale arrangiato per violino elettrico e ROLI Seaboard Rise con una forte componente elettronica, ma senza pattern per basso e batteria, che sono stati registrati da Alberto Fiorani ed Emiliano Cava. “Freaks” invece è ispirato al film horror diretto da Tod Browning nel 1932, ambientato nel mondo del circo e interpretato da veri “fenomeni da baraccone”. Triste e inquietante.
La Cleopatra Records si è recentemente allargata all’industria cinematografica e questo ha rappresentato un importante passo in avanti anche per i cinefili Armonite, che hanno già pubblicato alcune cover di colonne sonore tratte da film e videogiochi. Come vivete l’opportunità di conciliare la passione per la musica ad altre passioni come, per l’appunto, il cinema?
Paolo Fosso: Speriamo di poterlo fare sempre meglio. La Cleopatra è produttrice e distributrice di film horror o con una forte componente musicale, ma sta diversificando il catalogo anche con film drammatici e commedie. Io seguo il cinema con attenzione da diversi anni, sono un grande appassionato e mi mi piace l’idea di poter scrivere colonne sonore.
Con il brano “Blue Curaçao” incluso nel nuovo album, gli Armonite ottengono una Menzione d’Onore nelle categorie Instrumental e Performance all’International Songwriting Competition 2017, la cui giuria era composta da Tom Waits, Lorde, Bastille, Billy Cobham, Ziggy Marley, Don Omar e Keane. Conservate un ricordo particolare legato a quest’evento, il quale ha decisamente segnato la vostra carriera, o magari in rapporto alla giuria stessa?
Paolo Fosso: Si trattava di un concorso online. Abbiamo mandato un brano per gioco e, su oltre 16.000 partecipanti provenienti da 140 Paesi diversi, ci siamo ritrovati in finale insieme a una ventina di band. Vincere con il nostro genere sarebbe stato velleitario, ma le menzioni d’onore ci hanno ripagato dei tanti sforzi che quotidianamente investiamo sul progetto Armonite.
L’album contiene anche due Bonus track: un quartetto d’archi d’altri tempi, melodia incalzante e rasserenante allo stesso tempo, che sembra voler infondere l’eleganza d’una ballata medioevale; l’altra, il cui indiscusso protagonista è il piano, ha il compito di concludere questo viaggio musicale. Il video di A Playful Day è stato pubblicato circa un anno fa su Youtube, mentre The Fire Dancer risale al 2000. Cosa significano queste canzoni per voi e come mai sono poste in chiusura?
Paolo Fosso: Sono brani più cameristici che si distaccano un po’ dal rock che caratterizza l’intero album, ma richiamavano comunque sonorità che ci sono molto vicine. Per “A Playful Day” cercavamo un’esecuzione ritmica, energica, asciutta, ma era difficile ottenere quel risultato, soprattutto a causa degli incastri ritmici e dei frequenti avvicendamenti tra arco e pizzicato. Quindi abbiamo ripiegato su una registrazione multitraccia: Jacopo ha sovrainciso violino I, violino II e viola, e Gabriele Monatanari il violoncello. “The Fire Dancer” è un brano che risale al 2000.
All’epoca aveva un altro titolo e aveva vinto un concorso internazionale di composizione con Luciano Chailly in giuria. Non avevo mai studiato composizione fino ad allora, se non in modo amatoriale. È a quel punto che ho deciso di iscrivermi al Conservatorio di Milano.
Concludiamo ricordando che l’album è disponibile in CD (https://cleorecs.com/store/shop/armonite-and-the-stars-above-cd) digital download su iTunes (https://itunes.apple.com/us/album/and-the-stars-above/1380495940), Amazon ( https://amzn.to/2C94ukp) e bandcamp (https://armonite.bandcamp.com/album/and-the-stars-above)
e chiedendovi: c’è qualche progetto futuro a cui aspirate? O magari, qualche anticipazione per i vostri fan?
Paolo Fosso: Ora sto lavorando a un demo di musiche per film. Per il futuro mi aspetto di alternare il rock degli Armonite con la composizione di colonne sonore. A settembre andremo in tour per promuovere l’album. E poi mi rimetterò a comporre per il prossimo lavoro degli Armonite. A presto con qualche sorpresa in più!